Negli ultimi tempi, soprattutto su Instagram e Facebook, circolano messaggi allarmanti: “Il tuo sito deve essere pronto per il 28 giugno, altrimenti rischi multe salatissime!” Ma cosa c’è di vero in tutto questo? Il 28 giugno entrerà in vigore il nuovo European Accessibility Act, una normativa che cambia radicalmente il modo in cui i siti web devono essere progettati e gestiti, non solo in Italia, ma in tutta Europa. In questo articolo, tratto da un approfondimento di Marchetti Design, ti spiegherò in modo semplice e chiaro cos’è l’accessibilità web, cosa prevede la nuova legge, chi è obbligato a rispettarla e soprattutto perché questo rappresenta un’opportunità epocale per web designer, sviluppatori e titolari di siti web.
Cos’è l’accessibilità web?
Partiamo dalle basi: che cosa significa “accessibilità web”? In termini semplici, l’accessibilità web indica la capacità di un sito di essere fruibile da chiunque, indipendentemente dalle proprie capacità fisiche, visive, uditive o cognitive.
Questo significa che un sito accessibile deve essere progettato per permettere a persone con diverse disabilità di navigare e comprendere i contenuti senza barriere. Per esempio:
- Persone non vedenti o ipovedenti, che utilizzano screen reader o necessitano di testi con contrasto elevato;
- Utenti con disabilità motorie, che potrebbero non riuscire a usare il mouse e quindi navigano con la tastiera;
- Persone con disturbi cognitivi, come difficoltà di attenzione o autismo, che necessitano di testi semplici, chiari e ben segmentati.
Ma l’accessibilità non è solo un dovere morale o un obbligo legale: è anche un principio di inclusione digitale che migliora l’esperienza utente per tutti. Ad esempio, può aiutare chi ha temporaneamente difficoltà, come chi ha una mano occupata o chi ha una connessione lenta. Inoltre, un sito accessibile tende a essere più semplice e intuitivo anche per gli utenti senza disabilità, migliorando la user experience generale.
Un “effetto collaterale” molto interessante è che un sito accessibile comunica meglio, con testi più semplici e diretti, aumentando la possibilità di conversione: alcuni studi dimostrano incrementi fino al 30% nelle conversioni grazie a una comunicazione più chiara e accessibile.
Il nuovo European Accessibility Act: Cosa cambia dal 28 Giugno
Prima del 28 giugno, in Italia l’accessibilità era un obbligo di legge principalmente per le pubbliche amministrazioni. Con l’entrata in vigore del nuovo European Accessibility Act, la normativa si estende a molte aziende private, con requisiti specifici da rispettare.
Chi deve adeguarsi? In base alla normativa europea, le imprese con più di 10 dipendenti o con un fatturato annuo superiore a 2 milioni di euro sono obbligate a rendere i propri siti web accessibili. La definizione di microimpresa, secondo il sito ufficiale dell’Unione Europea, indica quelle aziende che hanno meno di 10 dipendenti e un fatturato o bilancio annuo inferiore a 2 milioni di euro.
Un punto importante è che la normativa sembra richiedere il superamento di almeno uno di questi due parametri ( dipendenti o fatturato ) per essere soggetti all’obbligo. Quindi, se un’azienda supera i 2 milioni di euro di fatturato, anche se ha meno di 10 dipendenti, deve adeguare il proprio sito web.
Questo rappresenta una svolta epocale: non solo per le grandi aziende, ma anche per molte realtà medie che fino a oggi non erano soggette a queste regole. Dal 2025, infatti, tutti i siti web professionali dovranno essere accessibili per legge. Chi non si adegua rischia multe salate, ma anche perdita di bandi pubblici e danni d’immagine.
Le linee guida per rendere un sito accessibile: Le WCAG
La normativa prende come riferimento le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG) 2.1, un insieme di linee guida internazionali che definiscono come progettare contenuti web accessibili. Le WCAG sono suddivise in diversi livelli di conformità, da A (minimo) a AAA (massimo), e si basano su quattro principi fondamentali:
- Percepibile: i contenuti devono essere presentati in modo che tutti possano percepirli, ad esempio con testi alternativi per le immagini o sottotitoli per i video;
- Utilizzabile: il sito deve poter essere usato da tutti, anche con tastiera o tecnologie assistive;
- Comprensibile: i contenuti devono essere chiari e semplici da comprendere;
- Robusto: il sito deve funzionare correttamente su diversi dispositivi e tecnologie, inclusi gli screen reader.
Queste linee guida sono dettagliate e tecniche, ma fondamentali per chi vuole creare siti web veramente accessibili.
Perché l’Accessibilità Web è una grande opportunità
Ora che abbiamo capito cosa significa rendere un sito accessibile e quali sono le nuove regole, è importante vedere perché questa non è solo una sfida, ma anche una grande opportunità di business.
Innanzitutto, l’accessibilità apre il sito a un pubblico più ampio. Si stima che tra il 15% e il 30% degli utenti abbia qualche forma di disabilità o difficoltà di accesso. Raggiungere questo segmento significa potenzialmente aumentare il traffico e le vendite, incrementando il fatturato.
Inoltre, un sito accessibile migliora la SEO ( ottimizzazione per i motori di ricerca ), perché i contenuti sono più strutturati e comprensibili anche per gli algoritmi di Google. Questo porta a un migliore posizionamento e quindi a più visite.
Infine, come accennato prima, i testi semplici e ben scritti, necessari per l’accessibilità, possono aumentare le conversioni fino al 30%. Se vuoi testare la leggibilità dei tuoi testi, puoi utilizzare strumenti come Hemingway Editor, che evidenziano frasi troppo lunghe o complesse e suggeriscono miglioramenti.
Un report del 2019 di Clickaway ha stimato che solo nel Regno Unito i siti non accessibili causano una perdita di circa 17 miliardi di euro. Immagina quale potrebbe essere l’impatto a livello europeo e italiano. Investire in accessibilità può quindi ripagarsi da solo con i nuovi utenti acquisiti.
Attenzione ai falsi guru e ai Tool magici
Con l’avvicinarsi della scadenza, molti approfittano della confusione per proporre soluzioni rapide e poco affidabili. Alcune pubblicità promettono di rendere il sito accessibile con un semplice click grazie a tool automatici o software magici.
La realtà è ben diversa: nessun tool può risolvere completamente il problema. Anche strumenti molto noti come quelli di Google o Wave danno indicazioni molto utili, ma non sono infallibili. L’accessibilità vera richiede competenze, test manuali e soprattutto la verifica con utenti reali con disabilità.
Come capire se chi ti offre servizi di accessibilità è davvero competente?
Un semplice test è controllare se nel sito dell’agenzia o del professionista esiste la funzione “skip to content” o “vai al contenuto principale”. Questa tecnica permette di saltare il menu e andare direttamente al contenuto principale usando il tasto tab, fondamentale per chi naviga con la tastiera o con screen reader.
Se non trovi questa funzione, è un segnale che forse chi ti sta proponendo il servizio non ha una vera esperienza sull’accessibilità.
Test manuali e strumenti per verificare l’accessibilità
Un sito accessibile deve essere:
- Navigabile tramite tastiera ( tasto TAB );
- Funzionante anche con zoom al 200% senza perdere contenuti o funzionalità;
- Con contrasto elevato e chiaro tra testo, pulsanti e sfondo;
- Strutturato con un codice organizzato semanticamente che gli screen reader possono interpretare in modo corretto.

Per testare la qualità dell’accessibilità, puoi usare diversi strumenti, tra cui il più noto è Google Page Speed. Questo tool fornisce un punteggio di accessibilità insieme ad altri indicatori come SEO e prestazioni.
Ricorda però che questi punteggi non sono un punto d’arrivo. È necessario integrare i risultati automatici con test manuali e feedback da utenti reali per raggiungere un buon livello di accessibilità.
Come mettere in regola il tuo sito web
Per adeguare un sito web alle nuove norme non basta affidarsi a un tool automatico o a una consulenza frettolosa. L’accessibilità richiede la costruzione di competenze specifiche e l’adozione di pratiche corrette durante tutto il processo di sviluppo e manutenzione del sito.
Non esiste un sito accessibile al 100%, perché le necessità degli utenti sono molteplici e in continua evoluzione. L’importante è partire da una base solida e migliorare costantemente.
Consulta la mia guida all’accessibilità web per evitare i 10 errori più comuni che vengono fatti quando si realizza un sito web.
Conclusioni
Il European Accessibility Act è una normativa che rappresenta un cambio epocale per il mondo del web in Europa. L’accessibilità web non è solo un obbligo di legge per molte aziende, ma anche una grande opportunità per migliorare l’esperienza utente, ampliare il proprio pubblico e incrementare i guadagni.
Ricorda che rendere un sito accessibile significa progettarlo pensando a tutti, indipendentemente dalle capacità fisiche o cognitive. Significa adottare le linee guida WCAG 2.1, testare manualmente e con strumenti affidabili, e soprattutto avere una mentalità inclusiva e attenta.
Non lasciarti ingannare da soluzioni facili o tool automatici che promettono miracoli: l’accessibilità è un percorso che richiede competenze e dedizione. Ma i vantaggi, in termini di clienti raggiunti e reputazione, possono essere enormi.
FAQ sull’Accessibilità Web e l’Accessibility Act
1. Cos’è l’accessibilità web?
L’accessibilità web è la pratica di rendere un sito utilizzabile da tutti, comprese persone con disabilità fisiche, visive, uditive o cognitive, garantendo che nessuno sia escluso nell’accesso ai contenuti digitali.
2. Chi deve adeguare il proprio sito web secondo il European Accessibility Act?
Le aziende con più di 10 dipendenti o con un fatturato annuo superiore a 2 milioni di euro sono obbligate a rendere i propri siti accessibili. Anche le microimprese sono fortemente invitate a farlo per migliorare il proprio business.
3. Quali sono le linee guida da seguire per l’accessibilità?
Le linee guida di riferimento sono le WCAG 2.1, che definiscono principi e criteri per rendere i contenuti web percepibili, utilizzabili, comprensibili e robusti.
4. L’accessibilità web può migliorare le conversioni?
Sì, testi più semplici, siti più veloci e una migliore user experience possono aumentare le conversioni fino al 30%, secondo diversi studi.
5. Esistono tool automatici per rendere un sito accessibile?
Esistono tool che aiutano a individuare problemi di accessibilità, ma nessuno può risolvere tutto automaticamente. È fondamentale un lavoro manuale e test con utenti reali.
6. Come verificare se un sito è veramente accessibile?
Oltre ai tool automatici, è importante fare test manuali, verificare la navigazione con tastiera, lo zoom, il contrasto e l’uso di tecniche come lo “skip to content”.
7. Cosa rischio se non adeguo il mio sito?
Oltre a possibili multe salate, si rischia la perdita di bandi pubblici e danni d’immagine che possono compromettere la reputazione e il business.
8. L’accessibilità è un obbligo solo per i siti pubblici?
No, con il nuovo European Accessibility Act l’obbligo si estende anche a molte aziende private che superano determinati parametri di dimensione e fatturato.
Preparati ad affrontare questo cambiamento con consapevolezza e competenza: l’accessibilità web è il futuro del digitale inclusivo, e il tuo sito non può restare indietro.